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Maria Fanizza
Il festival, organizzato dall'Istituto Paritario "A. Volta", si è svolto a Bari dall'11 al 13 maggio ed ha visto la partecipazione di sette scuole o istituzioni provenienti da 6 paesi europei.
Sedi del festival sono stati il Castello Normanno Svevo, l'Aula Consigliare del Comune di Bari ed il teatro della Cattedrale.
Nell'ambito del festival un posto particolare ha avuto l'intervista a McLuhan padre della moderna scienza della comunicazione che si è svolta nell'Aula Consiliare del Comune di Bari sia per celebrare il centenario della sua nascita sia perchè quanto mai attuale per la nostra società e per la nostra scuola.
La scuola immaginata da McLuhan era la scuola della domanda. Se si parte dal presupposto che nella rete globale siano liberamente circolanti le risposte, evidentemente la scuola doveva e deve avere prioritariamente il ruolo di organizzare le domande in belle architetture concettuali e culturali, in modo tale da dare sistematicità a tutta questa massa informativa che ci invade.
Il ruolo di Marshall McLuhan nella nostra “finzione scenica” è stato ricoperto dal prof. Derrick de Kerckhove mass-mediologo di fama mondiale, che è stato allievo e traduttore di McLuhan, ne ha seguito gli studi ricoprendo la carica di Direttore del Centro McLuhan presso l'Univerità di Toronto per oltre 10anni, ed a noi sembra stia portando a compimento tutta la “lezione” del suo “strano maestro” come ama chiamarlo.
Ma de Kerckhove è andato oltre sviluppando un suo originale “pensiero”: Le psico-tecnologie, Le intelligenze interconnesse, La mente accresciuta.
In preparazione dell'evento ai docenti della nostra scuola è stato richiesto di aiutare gli alunni a formulare delle domande a McLuhan. A parte la specificità dei contenuti tutte le domande avevano un che di negativo, di paure: la dipendenza dai media, l'indebolimento dei rapporti interpersonali, il pericolo per la privacy, la perdita della coscienza di sé, la perdita del controllo.
E' difficile dire quanto i docenti abbiano influenzato gli studenti ma è molto strana questa visione in certa misura apocalittica del futuro ipertecnologico che si contrappone ad un uso smodato e continuo dei media da parte di una generazione definita “nativi digitali” e “always on”.
Il Volta vorrebbe diventare la prima scuola che cerca (domanda) e l'ultima che ritiene di possedere le risposte. La prima scuola che insegna a navigare nel sapere e, attraverso tale navigazione, produrre capacità di acquisirla e condividerla.
Ma come? Agli esperti l'ardua risposta e de Kerckhove è certamente uno di questi.