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La Repubblica delle Idee- "Come nasce un giornale"
Questa é la seconda anteprima, dopo quella di Torino a febbraio dedicata al tema del lavoro, in preparazione del "Festival delle idee", manifestazione nazionale che si svolgerà quest'anno a Firenze per quattro giorni, dal 6 al 9 giugno.
il direttore Ezio Mauro con Luca Fraioli, Angelo Rinaldi, Dario Cresto-Dina e Stefano Costantini hanno raccontato agli studenti una giornata al quotidiano: dalle 9,30 alle 14,30, le diciassette ore in cui nasce un giornale. E le 24 su 24 durante le quali il sito internet ci informa su quanto succede in Italia e nel mondo. È anche la storia di ogni giorno del giornale quella raccontata attraverso il documentario presentato al teatro Petruzzelli. ."Vi raccontiamo una storia che si ripete tutti i giorni" ha esordito Luca Fraioli, vicecaporedattore di Rsera.
Per farlo, giornalisti e caporedattori si sono fatti riprendere dalle telecamere dall'ingresso in redazione fino alla stampa delle copie del giornale. Il filmato inizia con l'arrivo di tutti i redattori e con l'incontro che avviene quasi ogni giorno tra il direttore di Repubblica Ezio Mauro e il suo fondatore Eugenio Scalfari. Le telecamere hanno immortalato telefonate con i corrispondenti, riunioni di redazione, incontro con i grafici, aggiornamento del sito
fino all'invio della prima edizione in tipografia per la stampa.
"Progettare un giornale é come creare una partitura di musica-ha spiegato agli studenti baresi il caporedattore di R2 Angelo Rinaldi - ci vuole ritmo, tra le pagine, servono alti e bassi". Due gli ingredienti fondamentali. "Nella giornata di creazione di un giornale ci sono rigore e confusione - è andato avanti il vicedirettore Dario Cresto-Dina - razionalità e fantasia. Il giornale è uno sforzo intellettuale collettivo". È una giornata senza soste - ha spiegato, poi, il direttore Ezio Mauro - bisogna prendere sempre decisioni e stare attenti a non sbagliare. Non sempre infatti capiamo subito l'importanza di una notizia, per questo diciamo ai giornalisti e agli inviati 'tirateci le orecchie' quando non capiamo"
"La prima pagina é come la vetrina di un negozio- ha spiegato il direttore- e viene allestita per spiegare al pubblico quello che si vende, é quella dove si mette il valore aggiunto del giornale. Per esempio il giorno dopo l'attentato a Falcone in tutta Italia la gente girava con il giornale “La repubblica” in mano per testimoniare il proprio disappunto".
"La grafica serve a dare una gerarchia alle notizie- ha continuato il direttore- non é detto che la notizia che é in alto é la più importante, ma é importante, il grafico mette dei segnali, come quelli che ci sono in una città: gira a destra, gira a sinistra, nello stesso modo si mettono le notizie, a destra quelle di eccellenza, a sinistra quelle di interesse minore. Nel giornale si lavora rispettando una democrazia,il giornalista arriva al mattino ed esce alla sera e si pone sempre la stessa domanda: "Cosa c'é di nuovo?".Il lavoro del giornalista é molto bello, ma faticoso , si devono prendere decisioni, il giornale é sottoposto ai controlli di tutti. Con l'era digitale ci sono diversi tipi di giornale:quello sul tablet, quello sul cellulare, quello in internet e quello di carta, e poi la Repubblica TV, 211 sono i lettori del giornale on line, Con 400 giornalisti, 576mila copie vendute, 3,2 milioni di lettori al giorno, 2,4 milioni di lettori unici sul web e 50mila abbonati all'edizione digitale, Repubblica è leader nel settore dell'informazione. "
"Il Giornale é come una casa- ha detto il direttore Ezio Mauro- ci sono le mura maestre che sono portanti, non posso toccare la bilancia delle notizie ,il cittadino deve conoscere la realtà.
Il giornale in internet é diverso: ci lavorano giovani diversi da quelli che trovi nel giornale di carta, sono giovani che hanno una disponibilità maggiore, le notizie sono sempre attuali e sono gratuite.
In internet i cittadini hanno conquistato il diritto di avere notizie esatte il nastro delle notizie é gratuito ma questo non vuol dire che non hanno valore.
Bernardo Valli ha lavorato in Asia e in questi giorni è andato in Iraq, ha più di 80 anni ma riesce sempre a mettere in connessione quello che sa con le notizie, che cosa c'è dietro ogni notizia.
" I giornali devono sopravvivere- ha concluso Ezio Mauro- ma la qualità ha un costo" .