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Il Dio dei nostri padri Maria Fanizza
Cazzullo nel suo libro “il Dio dei nostri padri” e’ affascinato dalle storie raccontate dalla Bibbia ma incontra anche Fenoglio, Tolstoj, Mc Carthy, Pennac. E parla anche di fatti di cronaca del costume italiano, come la ribellione di Franca Viola. I sogni di Freud. Gaza. La maternità surrogata, la denatalità. L’origine di espressioni che usiamo oggi: l’anno sabbatico, la traversata nel deserto, il giubileo, il capro espiatorio. Il libro è da settimane in cima alla classifica dei bestseller.
«Ho ricominciato a leggere la Bibbia al capezzale di mio padre», scrive nelle prime pagine. Era un anno fa. Cazzullo era a Madrid su un palco. Un presentimento. La telefonata del fratello: «Vieni subito ». Torna in tempo. Il padre lo ha aspettato. Staranno insieme altri due mesi, gli ultimi. «L’aldilà esiste, Aldo», gli assicura prima di spirare. E infatti, alle persone che intervista, sempre Cazzullo chiede se “l’aldilà esiste”. E quindi questo è anche un libro sul padre, che gli è stato di esempio nella vita e su l’ aldilà Cazzullo sente che la Bibbia ci rappresenta, «ci parla di noi». È l’origine della nostra cultura. E come tutti i romanzi «non tutto è logico, razionale, comprensibile».
L’autobiografia di Dio è pregna di misteri. I suoi eroi non sono santi, ma «uomini di lotta, passionali, carnali, coraggiosi fino alla temerarietà, talora peccatori fino all’empietà ». C’è contraddizione. Il filo da sgomitolare porta lontano, all’attualità. Scrive infatti di Susanna, giglio in ebraico: «Quante donne vengono molestate, minacciate, violentate. Quante donne nella storia non hanno avuto il coraggio,la possibilità di denunciare gli uomini che hanno fatto loro del male. E questo accade ancora oggi, in ogni Paese, ogni giorno. La Bibbia ci racconta la storia di una donna che, con l’aiuto di un profeta e di un Dio, fece condannare due uomini che la insidiavano dopo avere fatto del male a molte altre donne».
Pensato per le nuove generazioni il racconto è come una scorribanda di avventure. Sodoma e Gomorra, Mosè, Giacobbe e Rachele, l’arca di Noè. Cazzullo ne è affascinato sin dal suo incipit bruciante: «In principio Dio creò il cielo e la terra». Li confronta con altri memorabili attacchi della letteratura e ne conclude che nessuno vale la Bibbia. Il capitolo preferito è quello di Giuseppe, perché è una storia familiare. «Potrebbe essere una tragedia shakespeariana — a lieto fine però — o una saga di Balzac. È una storia d’amore, che per affermarsi deve passare attraverso terribili traversie, malvagità, pentimenti, perdoni».
Aldo Cazzullo è apprezzato dai lettori che ne decretano il successo di ogni libro. È tradotto all’estero. Il suo primo libro fu la storia di Lotta continua. Gli ultimi sono stati su Dante e l’Impero romano, e nel mezzo ci sono il lavoro per il Corriere, la fortunata trasmissione su La 7 Una giornata particolare.