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VISIO. Next Generation Moving Images, lo sguardo dei giovani artisti
di Vincenza Fanizza
FIRENZE- Nell’ambito de “Lo Schermo dell’arte”, il Festival Internazionale di Cinema e Arte, anche la mostra di arte contemporanea “VISIO. Next Generation Moving Images” alla Strozzina, Palazzo Strozzi, dal 17 novembre al 20 dicembre, mostra dedicata alle opere video di 12 artisti internazionali under 35.
“La mostra- spiega Arturo Galansino, Direttore Palazzo Strozzi- permette di scoprire diversi approcci nella relazione tra arte contemporanea e ‘immagini in movimento’.
Dal cinema al videoclip, dal documentario alla videoinstallazione, le opere in mostra propongono diverse modalità di fruizione e giocano sul ruolo, da contemplativo a partecipativo, dello spettatore”.
“Sono artisti- precisa Leonardo Bigazzi, curatore dell’esposizione- che hanno vissuto la transizione completa da analogico a digitale, la diffusione di internet come immenso archivio da cui attingere e come canale di distribuzione dei propri lavori, e lo sviluppo di tecnologie video sempre più sofisticate ma allo stesso tempo disponibili su dispositivi portatili come cellulari o tablet”.
La mostra, infatti, vuole restituire la molteplicità di codici e tematiche di questi giovani artisti che si muovono tra realtà e finzione affrontando questioni socio-politiche, lavorando sulla natura delle immagini digitali o arrivando a rimettere in discussione la struttura stessa del linguaggio cinematografico.
Nell’opera “Kino Peinture” di Rebecca Digne, ad esempio, l’artista realizza un vero e proprio ritratto su pellicola 16mm, con evidenti riferimenti alla storia dell’arte da Vermeer a Richter. L’espressione della ragazza, il suo respiro, e il suo volgere lo sguardo altrove rispetto a uno schermo cinematografico vuoto, inducono un senso di attesa e di spaesamento ulteriormente amplificato dalla durata delle inquadrature e dal ripetersi continuo del film proiettato in loop.
Tra le altre opere, tutte molto significative, segnaliamo, solo per citarne qualcuna, “Jeg Er Enorme Jaevler I / Jeg Er Enorme Jaevler II di Roberto Fassone. E’ un film in due capitoli, presentati insieme per la prima volta in occasione della mostra.
Attraverso un collage frenetico di immagini pop, spezzoni di video musicali, testi, animazioni 3D e filmati trovati on-line, Fassone traccia un ritratto spietato dell’estetica post-internet e dei suoi stereotipi. Il film diventa una metafora di una società spesso incapace di esprimere i propri sentimenti più profondi se non attraverso la mediazione, e spesso l’anonimato, di un social network o di una chat on-line.
“La mostra- conclude Leonardo Bigazzi- mantiene una forte identità laboratoriale e alcuni spazi espositivi sono dedicati a seminari, tavole rotonde, incontri e laboratori, in parte aperti al pubblico”.