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Ancora sulla mostra World press photo Mario Bosco
Sono tante le storie, che la mostra “World press photo” del 2024 esposte nel teatro Margherita a Bari fino all8 dicembre, racconta
1) il drammatico momento in cui una donna palestinese di 36 anni, Inas Abu Maamar, stringe il corpo di sua nipote Saly, di soli 5 anni, rimasta uccisa insieme ad altri quattro membri della sua famiglia durante un attacco missilistico israeliano che ha colpito la sua casa a Khan Younis, Gaza.
La foto è del palestinese Mohammed Salem, la fotografia è stata scattata per Reuters il 17 ottobre del 2023 nell’obitorio dell’ospedale di Nasser: lo stesso autore ha descritto questa foto come un "momento forte e triste che riassume il significato più ampio di quanto stava accadendo nella Striscia di Gaza". Questa e’ la foto vincitrice dell’anno. Di questa opera la giuria ha sottolineato come l'immagine sia stata composta con cura e rispetto, offrendo allo stesso tempo uno sguardo metaforico e letterale su una perdita inimmaginabile.
2) Un’altra storia è quella che racconta la foto della fotografa Lee-Ann Olwage di Geo che documenta la vita del novantunenne Paul Rakotozandriny, per il progetto Valim-babena ambientato in Madagascar. “Dada Paul” affetto da demenza da 11 anni e assistito da sua figlia Fara Rafaraniriana, di 41 anni. In Madagascar, l’assenza di cultura e sensibilizzazione riguardo al tema della demenza e del disturbo mentale in genere fa sì che le persone che mostrano sintomi di perdita di memoria siano spesso stigmatizzate: in questo contesto, la storia di Fara e Dada Paul ben rappresenta il principio del valim-babena: il dovere dei figli adulti di aiutare i propri genitori. Un dovere che, in malgascio, è considerato vera e propria espressione d'amore, la restituzione di un debito morale per la cura che i genitori dedicano alla crescita dei figli.Questa foto ha vinto Il premio World Press Photo Story of the Year.
3) La mostra quest’anno presenta delle novità
L’edizione 2024 della World Press Photo Exhibition Bari è impreziosita da una specifica area allestita all’interno dello spazio espositivo interamente dedicata al tema quanto mai attuale della libertà di stampa, realizzata grazie ai dati e alle testimonianze che giungono dalle fonti dell’organizzazione non governativa e no-profit Reporter Senza Frontiere (RSF). All’interno, è possibile trovare un memoriale dedicato ai fotografi caduti, nel mondo, durante l’esercizio della propria attività di reporter dal 1992 ad oggi. Un elenco di oltre millecinquecento giornalisti che, con la propria professionalità, esperienza e passione, hanno contribuito ad affermare, anche a costo della propria stessa vita, il diritto e la libertà di espressione. Secondo il Comitato per la protezione dei giornalisti (CPJ), nel solo anno 2023, sono stati 99 i giornalisti e gli operatori dei media uccisi in tutto il mondo come rappresaglia per il proprio lavoro. Molti hanno subito minacce di violenza e incarcerazione semplicemente per aver svolto la propria mansione professionale. I giornalisti continuano ad essere messi in pericolo dai conflitti in corso, dal crescente autoritarismo e dalle elezioni divisive. In collaborazione con il progetto A Safer Worl for the Truth, World Press Photo cerca di sensibilizzare l’opinione pubblica su questo tema mostrando i nomi degli oltre 1500 giornalisti uccisi dal 1992. I ricercatori del CPJ indagano e verificano le circostanze di ogni morte in modo indipendente e confermano un nuovo caso solo quando è opportunamente attestata la morte di un giornalista a seguito di rappresaglia per il suo lavoro, in combattimento, sotto il fuoco incrociato o mentre svolgeva un incarico pericoloso. Tutti i 1553 casi presenti nel memoriale sono confermati.
Novità di questa edizione barese della mostra World Press Photo Exhibition è la presenza, all’interno dello spazio espositivo, di una parete interattiva dedicata ai sogni e ai desideri dei visitatori: sotto la grande scritta “IMMAGINA UN MONDO MIGLIORE” grandi e piccini potranno offrire il proprio contributo sotto forma di frasi, pensieri, visioni, illustrazioni. Un modo per integrare le emozioni e il vissuto di ciascun visitatore con il messaggio che ciascuna foto in mostra consegna agli occhi di chi la osserva e per riflettere, collettivamente e a partire dagli spunti offerti dai 130 scatti, sul mondo attuale e sulle visioni, positive, di un futuro migliore.