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Successo al Petruzzelli

Domenica 01 Maggio 2011 11:30
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Grande successo al Petruzzelli

Maria Fanizza

 

In scena sul palco del Petruzzelli la rappresentazione in musica del libro di Amos Oz “Lo stesso mare”

La dinamica regia di Federico Tiezzi, le essenziali quanto pratiche scenografie di Gae Aulenti, i costumi di Giovanna Buzzi e l’Orchestra del Petruzzelli diretta da Alberto Veronesi.

 

"Il vero motivo per cui ho scelto il testo - ha spiegato il narratore israeliano - è perché volevo confrontarmi non tanto con la storia, quanto con una forma letteraria in cui potessero coesistere prosa e poesia facendo convivere un grande senso di unità con un’azione e un tempo molto spezzati". I personaggi sono i membri di una famiglia allargata, e sono tutti legati da attrazioni fisiche. Il protagonista, per esempio, ama tre donne, tra cui la moglie morta e la fidanzata del figlio; quindi i temi principali sono l’amore, la tolleranza e il compromesso, non solo nei rapporti affettivi ma anche politici.

Nella musica c'è  una forte carica simbolica. Infatti c’è un passo in cui vengono eseguiti contemporaneamente un canto arabo, uno ebraico e una melodia gregoriana. “Ho sempre voluto - ha precisato Amos Oz-  e senza riuscirci, essere un musicista: il lavoro per me l'ha fatto Fabio Vacchi. Grazie!". Originale la soluzione adottata:  pedane mobili, la scena suddivisa in 'finestre', un montaggio cinematografico che ha consentito allo spettatore di essere contemporaneamente in Israele nella casa del protagonista, il vedovo Albert, ordinario e seplice ragioniere diviso tra 3 donne (la compianta Nadia, la nuora Dita e l'avvenente Bettin) o nelle montagne del Tibet, meta del viaggio di suo figlio Rico, figura smaterializzata, i cui concetti vengono evocati e viaggiano alla velocità di una mail. In alto, come in uno schermo del pc, venivano riprodotti video (evocativo il riferimento al film Zabriskie Point di Antonioni), messaggi, comparivano volti e mappe elettroniche: la tecnologia come elemento unificante del tutto.

 

Sul palcoscenico figuranti in perpetuo movimento. Oz elimina la demarcazione che c'è tra vita e la morte, tra il privato e il comune, tra sentimenti e repulsioni, tra mare e deserto che si alternano sul fondo della scena. Un flusso continuo reso in modo egregio dalla musica composta ed eseguita mirabilmente dall'orchestra della Fondazione diretta dal maestro Veronesi. Uno 'stesso mare' che danza senza contrapposizioni, né odi, cancellando incomprensioni e barriere.

Ultimo aggiornamento Venerdì 08 Marzo 2013 18:05

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